Orientarsi tra i nuovi prodotti ad alta sostenibilità non è sempre facile. Come si muovono i fondi? Come posso mitigare la volatilità scegliendo tra questi prodotti.
Esg o non Esg? A volte la scelta, oltre che etica, è di rendimento. Se da un lato gli indici azionari hanno sovraperformato rispetto a quelli non Esg (misurati dall’MSCI World rispetto all’MSCI World ESG leaders in un arco temporale di 10 anni, 5 anni e 2 anni), dall’altro non si tratta di un assioma: le performance di quest’anno, per esempio, sono state sostanzialmente simili. E’ quindi sempre utile un’analisi guidata da un consulente e approfondita, e non scontata, prima di investire tra le due asset class. Hai più Esg o più non Esg in portafoglio? Il confronto va approfondito.
Massimizzare i rendimenti con l’Esg
“I fondi Esg dovrebbero essere sottoposti allo stesso monitoraggio dei fondi non Esg per quanto riguarda liquidità, diversificazione, volatilità, orizzonte d’investimento e profilo di rischio dell’investitore, che rappresentano regole fondamentali per favorire le migliori opportunità di rendimento dei fondi” spiega Sandra Crowl, Stewardship Director, Carmignac.
Ma è sempre così? “Gli investimenti Esg consentono di guardare a lungo periodo quando lo scenario di breve è incerto, permettendo di concentrarsi su un trend di crescita orientato al futuro. Non esiste una regola area che garantisca che un fondo Esg performi meglio di un altro: molto dipende dall’orizzonte temporale di investimento e dal contesto macroeconomico e geopolitico. Ad esempio, nel periodo successivo allo scoppio della pandemia, si sono registrati enormi flussi verso i fondi Esg che hanno alimentato la sovraperformance dei prodotti sostenibili. In aggiunta, è opportuno considerare che il contesto macro determinato dalle banche centrali, con tassi negativi e spread compressi, ha rappresentato per oltre una decade l’ambiente ideale per il fattore growth verso il quale la maggior parte dei fondi Esg mostra tendenzialmente una maggiore esposizione“, spiega Alessandro Greppi, Unit Linked & Person Funds Portfolio Manager di Zurich Investments Life.
Successivamente, l’introduzione di politiche monetarie più restrittive da parte delle banche centrali ha minato lo scenario sulla base del quale erano state costruite le importanti sovraperformance che avevano alimentato la retorica secondo cui ad un approccio Esg era sicuramente associata una performance migliore rispetto ad un fondo non Esg.
Inoltre, nell’ultimo anno lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina ed il conseguente rialzo delle materie prime energetiche, ha determinato un forte rialzo per il settore energy, che generalmente è sottopesato nella maggior parte dei prodotti Esg. Questa dinamica, aggiuntasi al rialzo dei tassi, ha penalizzato nel recente passato il fattore growth e i fondi Esg.
“In conclusione, spinti dalla transizione in corso verso un’economia più green, gli investimenti Esg consentono di abbracciare storie di lungo periodo e con alto potenziale di crescita. ciò apre all’opportunità di ottenere rendimenti sopra la media, senza tralasciare però eventuali bolle finanziarie che potrebbero verificarsi in caso di scarsità di asset green rispetto alle masse a disposizione degli asset manager“.
I fondi Esg tematici
Negli ultimi anni, “gli investitori – aggiunge Carmignac – hanno cercato di diversificare i loro portafogli investendo in fondi Esg tematici, che si concentrano su un particolare apporto positivo per la società e l’ambiente, come ad esempio i fondi obbligazionari che investono in obbligazioni per il social housing o i fondi azionari per il clima, che investono in aziende che offrono soluzioni a basse emissioni di carbonio, oppure fondi che cercano di allinearsi a determinati obiettivi di sostenibilità. Inoltre, i fondi Esg che esercitano l’active ownership per influenzare le politiche ambientali, quelle sul capitale umano o sulla corporate governance delle società partecipate, potrebbero consentire a tali aziende di registrare un livello di performance più elevato sul lungo periodo. Non si tratta di un attivismo, ma di un team di investimento che esercita i propri diritti di shareholder e di bondholder come parte del proprio dovere fiduciario“.
Secondo Zurich, chi si occupa della selezione dei fondi può osservare una serie di metriche x-post, tra cui la performance storica, che diano evidenza delle capacità del gestore, ma nonostante ciò non esistono garanzie che assicurino che i rendimenti siano altrettanto buoni nel futuro. Acquistando un Esg gli investitori puntano a capitalizzare la popolarità di questo tema, il che dovrebbe favorire una rivalutazione degli asset identificati come green.
Il focus sui principi Esg ha inoltre favorito la nascita dei prodotti tematici concentrati su un paniere ristretto di titoli, con l’obiettivo di garantire una maggiore esposizione alla forte crescita stimata di un trend, nonostante ciò possa compromettere la diversificazione e la mitigazione del rischio.
Fonte: WE.WEALTH.COM