La quota di donne nelle direzioni delle maggiori imprese svizzere quotate in borsa è aumentata significativamente lo scorso anno: in un confronto europeo, la Svizzera si sta avvicinando ai paesi di punta, sotto questo aspetto.
Stando ad un’analisi pubblicata oggi dalla società di consulenza per le risorse umane Russel Reynolds Associates la percentuale di manager femminili nelle 20 società rappresentate nell’indice borsistico SMI è salita al 24% nel 2022 contro il 19% dell’anno precedente.
Nessuna altra nazione europea ha registrato un tale incremento nel periodo in questione. Di conseguenza, la Svizzera ha superato la Germania e la Danimarca e si trova ora al sesto posto della classifica: davanti alla Confederazione vi sono il Regno Unito (29% di rappresentanza femminile), seguito dalla Norvegia, Svezia, Finlandia e Francia.
Secondo lo studio sono le società del settore finanziario ad avere più donne nei piani alti: UBS è in testa col 42% seguita da Partners Group, Credit Suisse e Zurich. Più staccate sono le realtà industriali.
Se però si prende in considerazione lo SMIM – l’indice che comprende le 30 imprese a più alta capitalizzazione dopo lo SMI – la percentuale rosa si riduce al 15%, in progressione dell’1% nello spazio di un anno.
Le direzioni aziendali non sono solo più femminili, bensì anche più internazionali: la percentuale di stranieri si attesta al 73% nello SMI e al 55% nello SMIM. A titolo di confronto nelle 40 principali società quotate in Germania non si va oltre il 38%.
Fonte: IT.MARKETSCREENER.COM